Venerdì 13 dicembre | CUTROFIANO | Al via la mostra "Il Salento di Annabella Rossi. La ricerca visiva sul tarantismo e oltre" nel Museo della Ceramica

Dal 14 dicembre al 15 marzo

Inaugurazione venerdì 13 marzo ore 18:00
Museo della Ceramica e Biblioteca Comunale
CUTROFIANO - Piazza Municipio

Lunedì|venerdì 8:30|13:30 - 15:00|20:00 

Sabato 8:30|13:30 - 17:00|20:00

Domenica e festivi chiuso

Ingresso libero e gratuito
Info 0836512461 - museobibliotecacutrofiano@gmail.com

IL MUSEO DELLA CERAMICA DI CUTROFIANO OSPITA LA MOSTRA MULTIMEDIALE
"IL SALENTO DI ANNABELLA ROSSI. LA RICERCA VISIVA SUL TARANTISMO E OLTRE"

Venerdì 13 dicembre alle 18:00 (ingresso libero), il Museo della Ceramica di Cutrofiano ospiterà l'inaugurazione della mostra "Il Salento di Annabella Rossi. La ricerca visiva sul tarantismo e oltre". Curato da Vincenzo Santoro con Stefania Baldinotti, realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura – Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, il Museo delle Civiltà, la Regione Puglia e il Polo Biblio-museale di Lecce, questo percorso multimediale celebra il quarantesimo anniversario della prematura scomparsa dell'antropologa, fotografa e documentarista romana. L’esposizione raccoglie materiali di interesse etno-antropologico realizzati nel Salento, a partire dalla partecipazione di Annabella Rossi alle ricerche sul tarantismo dirette da Ernesto de Martino in Puglia nel 1959. Dopo un primo allestimento negli spazi del Convitto Palmieri a Lecce, con alcuni "spin-off" a Montesano Salentino, Ruffano e Nardò, la mostra fino al 15 marzo approda a Cutrofiano, in collaborazione con il Comune e 34° Fuso APS. L’evento inaugura ufficialmente le celebrazioni per il quarantennale del Museo della Ceramica, fondato nel 1985. La serata inizierà con i saluti istituzionali di Luigi De Luca (direttore del Polo Biblio-museale di Lecce), Luigi Melissano (sindaco di Cutrofiano) e Maria Lucia Colì (assessora alla cultura del Comune di Cutrofiano). A seguire, interverranno Marco Leo Imperiale (direttore scientifico del Museo della Ceramica), Leandro Ventura (direttore dell'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale), Vincenzo Esposito (docente di Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Salerno) ed Eugenio Imbriani (docente di Antropologia Culturale dell’Università del Salento). A seguire, prima del "taglio del nastro" e di una speciale visita guidata, i curatori Vincenzo Santoro e Stefania Baldinotti inquadreranno storicamente la figura di Annabella Rossi e il suo legame con il territorio e, in particolare, con Cutrofiano. «Le mie fotografie sono la realizzazione per immagini del ragionamento scientifico ed umano che in quel momento elabora la mia mente. Di conseguenza le operazioni mentali che determinano le mie fotografie sono evidentemente molto diverse da quelle di un fotografo, professionista o dilettante che sia, che documenta la stessa realtà», sottolineava Annabella Rossi (L’antropologo e la fotografia, in Photo 13, a. II, pp. 36-37, 1971). «Qualche volta mi è capitato di lavorare con Ferdinando Scianna che mi ripete sempre che la differenza che c’è tra lui e me consiste nel fatto che io documento analiticamente, mentre lui tende a dare un’immagine sintetica dei fatti. È proprio così che io fotografo. Mi servo della fotografia per analizzare la realtà che studio; l’operazione di sintesi avviene dopo, in un ulteriore momento del mio lavoro al quale l’esame delle mie fotografie contribuisce notevolmente».

LA MOSTRA
Annabella Rossi nasce nel settembre del 1933 a Roma, dove muore nel marzo del 1984. La documentazione intorno a cui si articola la mostra presenta materiali di ricerca raffinati e appassionanti, testimoniando come, in maniera pionieristica, l’uso della macchina fotografica, delle riprese video e sonore sia diventato un elemento integrale e distintivo del mestiere dell’antropologo e dell’indagine sul campo. Questo approccio caratterizzò le esplorazioni etno-antropologiche in Italia nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Un lavoro che ha prodotto un ineguagliabile fondo archivistico composto da documenti sonori, fotografici e cinematografici, realizzati e raccolti dalla studiosa. Questi materiali fanno parte delle Collezioni di Arti e Tradizioni Popolari del Museo delle Civiltà e sono oggetto di studio da parte dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Gli archivi vengono oggi restituiti al pubblico con l’intento di «tornare a vedere» o «vedere per la prima volta» – in entrambi i casi, con lo sguardo del nuovo millennio – persone, paesaggi, contesti e situazioni irrimediabilmente dissolti dai mutamenti della contemporaneità o, inaspettatamente, sopravvissuti nell’impercettibile radicamento del rito, del ricordo e delle pratiche quotidiane. Il progetto rappresenta dunque l’esito delle pratiche di ricerca di Annabella Rossi e della sua riflessione sul ruolo e sulla funzione dell’antropologia nello studio delle culture dell’Italia meridionale. Al contempo, propone un’esperienza radicata nelle sensibilità e nelle istanze della contemporaneità.

I TEMI
Le forme della vita associata, della religiosità popolare e della cultura materiale del Meridione italiano trovano nuova voce nei volumi Le feste dei poveri (1969, Laterza, Bari) e Lettere da una tarantata (1970, De Donato, Bari). Diventano poi iconiche e significative nel corpus documentario fotografico, filmico e sonoro realizzato per l’ex Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, con cui Annabella Rossi iniziò a collaborare già all’inizio degli anni Settanta. Dal 2016, il patrimonio di manufatti e archivi di questo museo è confluito nelle collezioni del Museo delle Civiltà. Proprio questa originale sensibilità d’indagine – maturata a partire dall’esperienza sul tarantismo – ha ampliato l’interesse della ricerca di Rossi verso ulteriori esplorazioni dei mondi locali. La studiosa ha indagato, tra gli altri, il cosiddetto male di San Donato, con le sue afflizioni e le specifiche strategie rituali di risoluzione, e ha documentato attività artigiane come la lavorazione della creta, oltre alla pratica, quasi esclusivamente femminile, della lavorazione del tabacco. Un patrimonio di immagini e conoscenza che la mostra intende riportare nei luoghi da cui esso proviene, stimolando una riflessione al contempo storicizzata e attuale sul valore della tradizione e del folclore. Questi, spesso percepiti come tratti “pittoreschi” o “spettacolari”, dovrebbero invece essere riconosciuti come pratiche e forme di vita essenziali per le comunità territoriali nel contesto del loro tempo storico.

CUTROFIANO
Il comune salentino occupa un ruolo centrale nel lavoro di ricerca della studiosa, grazie soprattutto alla ricca documentazione relativa alle attività dei figuli, ritratti in fotografie che sono ormai divenute iconiche nell’immaginario legato al Museo della Ceramica. «Fotografie, registrazioni sonore e riprese, a volte inedite», scrive Stefania Baldinotti dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, «racconteranno al pubblico un’Italia lontana nel tempo, fermata nei gesti e negli sguardi di uomini, donne e bambini, inchiodati dalla fatica di vivere “legati a un’agricoltura preindustriale, a un artigianato moribondo, a una manovalanza di sfruttamento”. Portatori di quella cultura che la Rossi chiamava “cultura della miseria” e contro la quale decise di schierarsi con la sua opera di ricercatrice e studiosa, seguendo il paradigma del suo maestro Ernesto de Martino. Incontrato per la prima volta nel 1959, lo seguì nella celebre spedizione in Salento, che svelò all’Italia del boom economico quella “terra del rimorso” dove, per guarire dal morso del ragno, solo la musica era medicamento e solo il ballo terapia».

MUSEO DELLA CERAMICA - BIBLIOTECA COMUNALE
Istituito nel 1985 come semplice esposizione di terrecotte tradizionali prodotte in passato dagli artigiani locali, il Museo della Ceramica di Cutrofiano si è arricchito nel tempo attraverso donazioni e acquisti, svolgendo un ruolo importantissimo per la valorizzazione di un’attività che sin dall’antichità ha caratterizzato l’economia locale. Dalla sua fondazione convive con la Biblioteca comunale, in cui esiste una sezione speciale dedicata agli studi sulla ceramica. Suddivisa per tipologie, la collezione abbraccia un arco cronologico che va dal Neolitico al secolo scorso e si compone di quattro distinte sezioni che raccolgono materiale ceramico e strumenti di lavoro proveniente dal territorio di Cutrofiano e da altri centri vicini.
 

Dal 13 dicembre al 15 marzo la mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì (dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 20:00), il sabato (dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 17:00 alle 20:00). Domenica e festivi il museo e la mostra resteranno chiusi.

 

Info e prenotazioni
0836512461 - museobibliotecacutrofiano@gmail.com


Pubblicato il 12/12/2024


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