Salento - 7 Sindaci salentini per i disperati dell'Eternit

I Primi cittadini pronti a portare il problema sui tavoli del Governo

7 sindaci salentini per i disperati dell'Eternit
  

di MAURO CIARDO



Salento - Sette sindaci del Capo di Leuca sono pronti a portare il «problema amianto» sui tavoli del Governo. Questa mattina è prevista la riunione di Giunta dell’Unione dei Comuni «Terra di Leuca» e a palazzo Ramirez di Salve (sede dell’Ente) si riuniranno il sindaco di Corsano, Biagio Cazzato, che attualmente ricopre il ruolo di presidente, insieme ai colleghi Ippazio Antonio Morciano di Tiggiano, Antonio Buccarello di Gagliano del Capo, Luigi Nicolardi di Alessano, Giuseppe Picci di Morciano di Leuca, Angelo Galante di Patù e Vincenzo Passaseo di Salve.
Sul tavolo la questione sollevata dagli ex lavoratori esposti alle polveri d’amianto mentre lavoravano, dalla fine degli anni ’50 ai primi anni ’90 del secolo scorso, nello stabilimento di Niederurnen in Svizzera e che oggi devono misurarsi con l’incubo del cancro ai polmoni. I primi 194 accertamenti hanno rivelato che il male è presente nel 35 per cento dei soggetti. Quello dell’Unione dei Comuni è stato il primo e unico appoggio istituzionale e politico ricevuto dagli esposti e dalle loro famiglie (circa quattromila persone in tutto) nel corso di questi cinque anni, a partire dal 2006 quando fu siglato un protocollo d’intesa tra la Asl di Lecce e l’associazione emigranti di Corsano, per sottoporre a visite pneumologiche gratuite i lavoratori.
Ora la problematica si va ingigantendo perché aumentano i decessi dovuti a mesotelioma pleurico e anche per i vertici comunali è arrivato il momento di chiedere ulteriori aiuti alle autorità superiori. «Il nostro impegno», assicura il presidente dell’Unione, «sarà quello di chiedere la convocazione di una serie di «tavoli tecnici» per discutere la questione degli ex lavoratori sia nella sede della Provincia di Lecce, affinché ci dia il supporto necessario e scandagli il territorio alla ricerca di altri eventuali “sopravvissuti”, sia all’assessorato alla Sanità della Regione Puglia».
Una problematica che a Bari conoscono bene visto che proprio il capoluogo regionale ha convissuto con il «bubbone» della Fibronit, le cui polveri hanno portato alla morte sia i lavoratori che i loro familiari e i residenti del quartiere. «Il nostro obiettivo», aggiunge Cazzato, «è quello di sensibilizzare il Ministero della Salute affinché il caso sia affrontato a livello nazionale per fare pressione sul Governo elvetico, e ottenere il giusto riconoscimento dello stato di malattia professionale già con la manifestazione dei primi sintomi, senza aspettare lo stadio avanzato del cancro» .

 

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Pubblicato il 09/03/2011


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