Il Comune chiude Villa Fuortes
SANTA MARIA DI LEUCA - LA BATTAGLIA TRA LA PRO LOCO E UN BAR FINISCE COL DETERMINARE L’INAGIBILITÀ DELLO STORICO EDIFICIO
Il Comune chiude villa Fuortes
La presidente: «Siamo in regola, il nostro è un servizio essenziale». Anche Il «Lupo di mare» si difende
SANTA MARIA DI LEUCA - Pro Loco e «Lupo di mare» vanno ai ferri corti sulle norme igienico-sanitarie e il Comune chiude villa Fuortes per inagibilità. Con un provvedimento dello scorso 11 febbraio, ma notificato ieri ad alcuni degli interessati, tra cui Giuseppe Petese, lo storico «Lupo» della marina, l’ufficio tecnico diretto dall’architetto Lucio Ricciardi ha dichiarato inagibile l’edificio sul lungomare Cristoforo Colombo dove hanno sede sia la Pro loco che un bar gestito da Petese. Si tratta di una villa gentilizia del 1870, con tanto di frontone in stile pompeiano, scalone monumentale e pavimenti in mosaico, affacciata direttamente sul mare. Negli anni, grazie a convenzioni e accordi, la dimora storica ha accolto sia la Pro loco che il locale pubblico. Nell’ultimo quinquennio accuse reciproche su carenze igienico-sanitarie hanno portato il nucleo antisofisticazioni dei carabinieri a ispezionare i locali insieme alla Asl e allo Spesal. Ora la diffida a utilizzare i locali da parte del Comune, che ha contestato sia all’associazione che a Petese la mancanza del certificato di agibilità, la presenza di un pozzo nero non collegato alla rete dinamica pubblica e un impianto elettrico non certificato.
La Pro loco però garantisce che tutto è in regola, anzi che alcuni certificati non erano dovuti ma sono stati ugualmente richiesti e ottenuti. «Si tratta di una dimora storica e pertanto non soggetta alla richiesta dell’agibilità – spiega la presidente Maria Luisa Sangiovanni – nonostante tutto abbiamo dato incarico a un tecnico per ottenere tutte le certificazioni necessarie che subito presenteremo in municipio. Il nostro intento è quello di garantire un servizio essenziale alla collettività. Tutto questo – è il suo rammarico – senza nemmeno un euro di contributo da parte di Comune e Provincia. Solo la Regione ha donato 200 euro. Adesso tutte le nostre carte sono in regola e lo dimostreremo». Anche Petese, dal canto suo, rimarca di avere tutta la documentazione in ordine. «Dopo la chiusura del bar da parte dei Nas – ricorda – ho messo a norma gli impianti. Subito dopo ho ottenuto la riapertura del locale ma ho presentato un esposto perché non era sopportabile vedere un ufficio turistico aperto al pubblico senza il minimo rispetto delle norme igieniche». Ora l’ufficio tecnico sarà chiamato a valutare il caso. «Lo faremo appena ci sarà consegnata la documentazione richiesta», spiega l’architetto Ricciardi.
mauro ciardo
Pubblicato il 17/03/2010