Leuca - Giornata della Memoria 2012

Documenti ed immagini inedite

Leuca - Giornata della memoria 2012

Documenti ed immagini inedite

 

Leuca - Da poco più di due mesi non è più tra noi Padre Anselmo Raguso, memoria storica degli eventi  che, dal 1944 al 1947, hanno visto Leuca ed i suoi abitanti, protagonisti di quel “miracolo” chiamato accoglienza di centinaia di profughi di diverse nazionalità, scampati all’orrore della Grande Guerra. Negli scorsi anni, in occasione della Giornata della Memoria, il Circolo Culturale “La Ristola” attraverso  leucaweb ha pubblicato stralci dei “Diari” scritti da P. Anselmo Raguso. Luoghi, date, avvenimenti, descritti con puntuale precisione a perenne ricordo di un periodo fondamentale della storia di Leuca. Ancora oggi, a distanza di decine di anni, tra i cittadini della marina troviamo chi ricorda quel periodo: le ville occupate, i volti, le lingue straniere e la curiosità per i "profughi"  ospiti del paese.
  In attesa che anche a Leuca, come in altre cittadine della provincia di Lecce, si possa avere un luogo “simbolo” dove  raccogliere stabilmente le testimonianze, i ricordi, le immagini del periodo 1944 - 1947, leucaweb  ricorda la giornata della memoria 2012 con la pubblicazione di uno stralcio del documento (tradotto) presente al United States Holocaust Memorial Museum (U.S.A.). e  di rare immagini  che documentano  momenti di vita quotidiana dei profughi. Momenti di preghiera, di svago, di aggregazione. Scene di vita quotidiana di una comunità di uomini lontani dalle loro patrie e dai loro affetti.

Si ringrazia Totò Vallo per la ricerca e la disponibilità del materiale pubblicato in questo articolo.

t. d.

 

CAMPI U.N.R.R.A. IN PROVINCIA DI LECCE


La fine del secondo conflitto mondiale non rappresentò  la conclusione del dramma degli ebrei.  In mezzo alle rovine della guerra, attorno agli ex campi di concentramento del Terzo Reich, nella Germania meridionale ed in Austria (Bergen Belsen-Mathausen), vagavano decine di migliaia di sopravvissuti allo sterminio nazista. Per affrontare tale emergenza umanitaria furono istituiti diversi campi profughi, sotto la sigla di «Displaced persons» (letteralmente «persone spiazzate»), da parte dell’U.N.R.R.A..
La United Nations Relief and Rehabilitation Administration fu costituita a Washington (U.S.A.) il 9 novembre 1943. Si trattava di un’organizzazione umanitaria internazionale, fondata con l'accordo di quarantaquattro paesi, allo scopo di fornire aiuto e assistenza immediata ai paesi più colpiti dalla guerra.
L'UNRRA cominciò  a operare in Europa nel 1944 e si trovò impegnata in un’immensa e complessa opera di soccorso non appena le forze alleate iniziarono la liberazione dei paesi mediterranei e balcanici,. L'azione dell'UNRRA si concentrò  soprattutto nei Paesi europei (Polonia, Grecia, Albania, Italia) e in Cina.
Nel periodo più denso della sua attività l'UNRRA impiegò  venticinquemila persone; dal 1944 al 1946 vennero spesi quattro miliardi e mezzo di dollari in aiuti, forniti per lo più dagli Stati Uniti d'America.
I programmi dell'UNRRA comprendevano soprattutto l'invio di generi di prima necessità : viveri, medicinali, vaccini e forniture mediche, la distribuzione di vestiario e l'assegnazione di sementi, concimi e macchinari per permettere la ripresa della produzione agricola, nonché di materie prime e beni strumentali per aiutare le industrie locali a riorganizzare la loro attività. Lo sforzo profuso dall'UNRRA fu comunque orientato, in generale, verso le fasce di cittadini più indigenti e verso i bambini. In sede locale furono costituiti comitati comunali per la gestione e per la distribuzione degli aiuti.
L'UNRRA cessò di esistere nel 1947; i progetti rimasti in sospeso vennero ereditati dall'Organizzazione internazionale per i rifugiati, dall'Organizzazione mondiale per la sanità e dal Fondo internazionale d'emergenza delle Nazioni Unite per l'infanzia (che diventerà in seguito il Fondo delle Nazioni unite per l'Infanzia - UNICEF).
La Puglia fu tra i primi territori italiani ad essere liberata dall’occupazione nazista, venne utilizzata dagli alleati, all’indomani dell’armistizio firmato dal capo del governo Badoglio, l’8 settembre del 1943, come punto strategico per tutte le operazioni connesse con i due fronti militari posti rispettivamente sull’Adriatico e sui Balcani.

Da questa fatidica data e ben oltre l’inizio dell’anno 1947, la nostra regione divenne dimora protetta e dunque facile meta di profughi che giunsero dai campi di concentramento sparsi tra le regioni della Basilicata, Campania, Abruzzo, Molise e Lazio….. , pertanto in molte località pugliesi vennero presi in consegna, dalle autorità militari alleate, luoghi o edifici adibiti a “campi profughi”. ……nel nostro Salento, vennero preferite alcune tra le più incantevoli località delle costa, come Santa Maria al Bagno, Santa Cesarea Terme, Tricase e Santa Maria di Leuca.
Il flusso di fuggitivi stranieri soprattutto di origine ebraica, tra cui notevoli gruppi di scampati ai massacri perpetrati dai nazisti nei “campi della morte”, si fece più intenso tra il 1946 ed il 1947 e, sempre nel nostro territorio, per la loro accoglienza furono predisposti altri campi gestiti prima dall’UNRRA e poi dall’IRO, entrambe organizzazioni che provvedevano all’accoglienza e alla sistemazione di questi rifugiati……  Non si conosce il numero esatto dei profughi che calpestarono il suolo salentino ma si sa che furono migliaia, che hanno sempre considerato questa nostra terra, ricca e benevola e loro porto per la ritrovata libertà.
A riguardo, sono molteplici le commoventi testimonianze di sopravvissuti che sono ritornati in questi luoghi cari a ricordare le loro angosciose esperienze. Non bisogna, difatti, scordare l’impegno che profusero le nostre genti, anch’esse fiaccate dalla fame e dalla povertà che dilagava in quegli anni del dopoguerra, affinché questi poveri derelitti ricominciassero a condurre una vita normale e sicura.
A Lecce una direzione, locata nel palazzo del Banco di Roma, gestiva i campi di: Bagni (Santa Maria al Bagno), Santa Maria di Leuca, Santa Cesarea e Tricase, un magazzino a Maglie e un ospedale a Leuca.
 


Santa Maria di Leuca – CAMP 35



L'unico accampamento (ebreo e non-Ebreo) misto di DP «Displaced persons» (letteralmente «persone spiazzate»), in Italia fu localizzato nell’area del porto dedita ai lavori della pesca e nella stazione turistica di Santa Maria di Leuca, nelle campagne di Arnesano. Anche se la capacità dell'accampamento poteva contare un massimo di circa 1.800 persone, la popolazione superò naturalmente quel limite.  Nell’accampamento vi risiedevano circa 400 persone non ebree, mentre i rifugiati ebrei erano divisi per una metà in DP non affiliati e per l’altra metà in membri del “camp' kibbutzim”, principale comunità separata dei “kibbutz Aviv”.
La popolazione DPS viveva in ville requisite che erano normalmente le abitazioni residenziali estive dei salentini benestanti. Come l’accampamento di Santa Maria al Bagno anche quello di Leuca si è vantato di eccezionali troupe di teatro ed una scuola per bambini. Benchè la formazione professionale fosse criticata frequentemente per il ritardo rispetto agli altri accampamenti italiani di DP, la squadra di calcio del suddetto campo raggiunse una reputazione notevole e si poté fregiare del titolo di squadra più riuscita negli accampamenti italiani del sud.

In allegato documento presente al United States Holocaust Memorial Museum (U.S.A.).

 

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Pubblicato il 26/01/2012


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