di Carmine Luigi Ferraro
Leuca: nulla cambia!
... pensieri su carta ...
Leuca trascurata, abbandonata a se stessa, sporca, incapace di attrarre turismo perché le amministrazioni non cercano di sviluppare un’organica proposta turistica che vada oltre la semplice e spontanea balneazione in posti sicuramente bellissimi ed oltre la semplice visita alle grotte in barca, che pure dovrebbe essere meglio regolata per preservare un patrimonio naturale, spesso archeologico, la biodiversità genetica marina e non solo.
Un patrimonio che merita di essere goduto e sfruttato non solo nell’attualità, ma anche nel futuro. Ciò andrebbe a sicuro vantaggio anche delle tante attività commerciali che intorno a tale forma di offerta turistica sono nate e si sono sviluppate. E’ arcinoto infatti che il micro-ambiente di una grotta è qualcosa di estremamente delicato e qualunque cosa artificiale vi si introduca (come i fumi di scarico delle barche) è destinato a modificarlo irrimediabilmente. Gli effetti si possono notare facilmente, visto che uno degli indicatori della qualità dell’acqua, il pomodoro di mare, è ormai sparito dalle grotte oggetto di visita delle imbarcazioni.
E dire, che per evitare il tutto, basterebbe applicare le norme vigenti.
Sono tante le imputazioni che si possono fare alle Amministrazioni che nel corso degli anni si sono succedute alla guida del Comune di Castrignano del Capo, di cui Leuca è frazione. Tutti – credo - possiamo ricordare i grandi progetti che si sono fatti su quella che sarebbe dovuta essere la perla del Comune: la Marina che avrebbe dovuto trainare l’intera economia del paese.
Tutti progetti (come quello del Porto) che alla fine si son tradotti solo in una svendita del territorio, sostanzialmente in cambio del nulla per la collettività. Leuca ha perduto molto del suo pregio paesaggistico con la realizzazione del Porto, ed in cambio non ha avuto quello sviluppo occupazionale e di indotto che la stessa struttura si presumeva dovesse portare. Molti tuttavia, o quasi tutti, son pronti a pronunciare dai vari palchi parole su quella che dovrebbe essere la gestione più conveniente (per la collettività e per le casse comunali) del Porto. Di poi, mai nessuno realizza i progetti di cui si fa portatore.
Chi scrive non crede di dire nulla di nuovo: son cose che tutti possiamo ascoltare e, soprattutto, osservare.
Molti ricordano la Leuca degli anni sessanta e settanta dello scorso secolo: dal loro racconto si possono trarre non solo emozioni per il clima festoso che si respirava: luci ed orchestrine che ogni sera riempivano di note il lungomare, allietando l’orecchio e la vista del turista come del paesano; ma anche stupore per sapere che quelle luci di vario colore, quelle orchestrine… eran frutto dell’organizzazione delle diverse attività commerciali o associazionistiche di Leuca.
Logicamente non sono gli stessi locali commerciali che ci sono oggi, molti dei quali si dimostrano disinteressati anche di fronte all’organizzazione della Festa del 15 Agosto.
Io ricordo soprattutto la Leuca degli anni 70 ed 80: ricca di gare sportive e di eventi culturali; entrambi patrocinati dal Comune ed organizzati dalla Pro-Loco!
Ma evidentemente erano tempi diversi! Tempi in cui si capiva che sul territorio bisognava investire, realizzando tante piccole e diverse iniziative che non venivano solo dalle Amministrazioni Comunali, ma anche e soprattutto dai privati interessati ad accogliere ed attrarre il turista. A creare le condizioni per le quali non ci si potesse beare solo della bellezza del paesaggio. Che bisognava arricchire questo tesoro offertoci, senza deturpare!
Ora vige il puro sfruttamento! Si demanda in tutto e per tutto al Comune, la cui Amministrazione ha ripreso di recente le visite gemellari ad altre città e Paesi a vocazione turistica, con scarso profitto anche solo a giudicare della scarsa pulizia in cui è tenuta Leuca. Molto probabilmente quello della pulizia è un particolare scarsamente osservato, o forse dato per scontato. Scontato magari in altre realtà!
E’ parere di molti che tali viaggi di “istruzione” sono inutili, perché non è necessario recarsi tanto lontano se si vuole osservare ciò che marine e paesi a noi vicinissimi hanno saputo fare: da Otranto a Gallipoli, e alcuni comuni intorno a Leuca.
Un affezionato lettore di leucaweb, commentando le foto degli ultimi fuochi d’artificio pubblicate, ci dice: è tutto stupendo e meraviglioso! Ma guai a guardare giù dal lungomare, sotto alcuni muretti. La spazzatura esistente obnubila la bellezza di Leuca!
Io aggiungerei che non è necessario sporgersi per forza dal muretto….
Nessuno faticherà a trovare riscontro a tali parole, anche se alla pulizia di Leuca dovrebbero contribuire i locali commerciali, magari ognuno curandosi dei propri spazi di lungomare corrispondenti per avere in cambio non solo un ritorno d’immagine.
Insomma per ridare a Leuca la propria bellezza, quella bellezza che è stata capace d’incantare poeti e viaggiatori, occorre una compartecipazione di tutti. Ognuno deve e può fare il suo: l’imprenditore partecipando all’arricchimento dell’offerta turistica, il che significa partecipare ad attività che non sono esclusive del proprio settore, ed essere da pungolo costante per l’Amministrazione. Chiedere non favori personali, per il proprio orticello; ma essere capaci di guardare al campo che si trova poco più in là del proprio naso, dove i frutti che possono germogliare sono sicuramente maggiori e per tutti.
Carmine Luigi Ferraro
Pubblicato il 05/09/2012