Ma è rottura tra Regione e Provincia
STATALE 275 - IL RITARDO DELLA CONVOCAZIONE DELL’AVVOCATO QUINTO, PROVOCA LA DURA REAZIONE DELL’ASSESSORE MASSIMO COMO
L EUCA - «L’intervento della Regione sulla statale 275 è ambiguo e strumentale». L’assessore provinciale ai lavori pubblici, Massimo Como, bacchetta i vertici di via Capruzzi e sostiene che non ci sono più i tempi tecnici per arrivare a una conclusione bonaria della vicenda, relativa al raddoppio della Maglie-Leuca. Tutta colpa, secondo l’amministratore, del ritardo con cui è stato invitato il legale di palazzo dei Celestini, Pietro Quinto, impegnato a Roma al Consiglio di Stato. Lunedì infatti, l’assessore regionale Guglielmo Minervini aveva convocato a Bari le parti legali, Quinto da una parte per curare gli interessi di coloro che vogliono la realizzazione integrale del progetto, approvato nel 2001 e che comporta le quattro corsie fino a Leuca, e Giovanni Pellegrino dall’altra a sostegno delle tesi della stessa Regione, del comune di Alessano e degli ambientalisti, che vogliono bloccare le quattro corsie a San Dana (frazione di Gagliano del Capo), per evitare la realizzazione di un viadotto, un ponte e una rotatoria. L’incontro seguiva quello dello scorso 5 luglio, quando furono invitati i sindaci e gli ambientalisti ma non la Provincia e le associazioni favorevoli al raddoppio. Minervini si scusò per il disguido con il presidente della Provincia Antonio Gabellone. L’assenza di Quinto è stata interpretata come una mossa in attesa della decisione del Tar di Lecce prevista per oggi, quando si saprà se l’«ultimo miglio» verrà realizzato o meno. Il commento barese non è piaciuto e ora da Lecce si rilancia sostenendo che in presenza di una convocazione “ad horas” presso gli uffici regionali, Quinto ha immediatamente comunicato l’impossibilità a partecipare all’incontro a causa di concomitanti impegni professionali dinanzi al Consiglio di Stato. «Il tono stesso del comunicato e l’iniziativa assunta da Bari alla vigilia della decisione del Tar - viene rimarcato - danno prova dell’ambiguità della linea seguita finora, dove da un lato la Regione promuove ricorsi giurisdizionali (ben cinque affidati allo stesso legale, e fra questi quello degli esponenti politici di un determinato partito, il gruppo consiliare del Pd alla Provincia), dall’altro pretende di assumere un ruolo di mediazione. Per Como la linea da seguire è diversa. «È nostra ferma volontà promuovere tutte le iniziative possibili di mediazione affinché l’opera si realizzi, pur con tutte le modifiche tecnico-strutturali idonee a soddisfare per intero le aspettative delle comunità locali. L’obiettivo della Provincia - aggiunge - è quello di realizzare un’infrastruttura che è stata, a giusta ragione, qualificata come d’interesse strategico nazionale per la sua funzione di completamento del “Corridoio adriatico”sino alla punta estrema del nostro Paese. Cerchiamo da mesi una mediazione e un tavolo di confronto che non può, ragionevolmente, essere convocato con un anticipo di sole poche ore».
Pubblicato il 22/07/2010