Il giovane venne trovato senza vita nella sua macchina lo scorso agosto
Parla la vedova Novelli - «Mio marito non si è suicidato»
Dubbi sulla morte del manager di Sanitaservice
Trovato senza vita nella sua macchina lo scorso agosto
Salento — Dubbi ne ha tanti. Certezze pure. Una su tutte: la morte del marito non può essere frettolosamente archiviata come un caso di suicidio. La moglie di Massimo Novelli, il manager 40enne della società in house dell’Asl barese Sanitaservice, trovato morto nella sua Volkswagen Passat la mattina del 24 agosto scorso, s’è aperta davanti alle telecamere di Telerama, pur mantenendo l’anonimato. Nell’editoriale «Nero su Bianco» di Giuseppe Vernaleone, protetta da un separé, la vedova del funzionario 41enne salentino, chiamato a occuparsi delle delicate pratiche per l’internalizzazione si 700 precari nell’azienda sanitaria, ha raccontato preoccupazioni e angosce che turbavano il marito dal quale sostiene, tra l’altro, di aver raccolto sfoghi sul fatto «che avrebbe dovuto fare delle assunzioni che non poteva fare».
E alla Procura di Taranto, che per competenza territoriale si sta occupando della vicenda (l’auto di Novelli fu ritrovata nelle campagne di Martina Franca), ha chiesto di andare avanti nelle indagini. Massimo Novelli, residente nel Leccese, era uscito di casa per raggiungere il suo ufficio di Putignano dove non è mai giunto. L’indagine portata avanti dal pm Italo Pesiri (poi deceduto) avvalorò l’ipotesi del suicidio per probabile assunzione di liquido nocivo, tant’è che non venne disposta neppure l’autopsia. Su pressioni della famiglia fu invece la pm Filomena Di Tursi a ordinare la riesumazione del cadavere in modo da cercare elementi che potessero suffragare altre ipotesi come quella dell’istigazione al suicidio. L’autopsia, eseguita dal medico legale Marcello Chironi, rilevò lesioni compatibili con l’ingestione di una sostanza altamente tossica, probabilmente acido muriatico.
«Un paio di volte - ha raccontato la donna - mio marito aveva manifestato l’intenzione di dare le dimissioni, ma era tornato sconfitto perché non venivano accettate». Non solo. Novelli, il 24 agosto, pare avesse portato con sé la lettera di dimissioni, così come i numerosi fax ricevuti per richieste d’incontri anche da organizzazioni sindacali che, però, sarebbero misteriosamente spariti. «I dirigenti non si sono più fatti vedere dopo il funerale, nonostante avessero promesso che mi sarebbero stati accanto e che insieme a me avrebbero cercato la verità», accusa la signora Novelli. Angelo Colasanto, direttore generale dell’Asl di Bari, si rammarica: «Siamo pronti a incontrare la signora in qualsiasi momento. Novelli era un professionista molto bravo, ma con una grandissima inesperienza nel campo della pubblica amministrazione per cui è chiaro che abbia incontrato delle difficoltà, quelle stesse che abbiamo poi incontrato noi».
fonte: corriere del mezzogiorno a firma A. Della Rocca
Pubblicato il 08/02/2012