Teatro Koreja: LE TROIANE, LA GUERRA E I MASCHI una "re-visione necessaria" del testo "Le troiane" di Euripide

20 aprile 2024 - Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

A Koreja LE TROIANE, LA GUERRA E I MASCHI

una "re-visione necessaria" del testo "Le troiane" di Euripide  

per la regia dell’argentina Marcela Serli

 

da un classico uno spettacolo tragicomico per riflettere sul potere patriarcale

 

 

20 aprile 2024

Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

 

     

                    “Per una persona migrante o trans, il successo di un viaggio dipende dalla generosità con la quale gli altri lo accolgono e lo sostengono, senza pensare costantemente “ecco uno straniero”, ma vedendo la singolarità di un corpo vulnerabile e la ricerca di un altro luogo dove la vita potrebbe radicarsi”: questa riflessione del filosofo Paul B. Preciado accompagna il lavoro che Marcela Serli, attrice, drammaturga e regista argentina di origini italo-libanesi, ha messo in scena a partire dalla più celebre tragedia di Euripide grazie ad un cast decisamente potente, fra cui Eva Robin’s.

Marcela Serli, infatti,  è fra le fondatrici, nonché direttrice artistica di ATOPOS, l'unica compagnia teatrale in Europa formata da persone transgender, transessuali e non solo.

 

LE TROIANE, LA GUERRA E I MASCHI in scena sabato 20 aprile alle ore 20.45 presso i Cantieri Teatrali Koreja, è una "re-visione necessaria" del testo "Le troiane" di Euripide, un tentativo tragicomico per riflettere sul potere patriarcale e sulla sua pervasività nella rappresentazione del femminile. Le Troiane sono in attesa in un non luogo (atopos). Ci sono donne, oggetti tra i detriti lasciati dalla guerra dei maschi.

 

"Quando abbiamo deciso di fare questo spettacolo – scrive Marcela Serli – non sapevamo che il mondo che conoscevamo sarebbe diventato altro. Avevamo pronto un discorso femminista sulla narrazione stereotipata delle donne nelle tragedie. Poi la guerra è arrivata qui vicino e, a quel punto, mettere in scena Le troiane è diventato un doppio atto di coraggio: parlare di guerra ora e farlo con attrici i cui corpi politici sfuggono alle norme e ai canoni della società occidentale”.

 

Da una parte ci sono il combattente, l’uomo guerriero, il messaggero compassionevole. Dall’altra la vecchia triste, la pazza, la moglie obbediente, la donna seduttiva. Infine gli dei e il loro gioco. Le troiane, la guerra e i maschi fa un’ipotesi. Si chiede quale direzione avrebbero potuto prendere queste donne se solo avessero avuto una possibilità. E poi, quale avrebbero potuto prendere gli uomini se avessero avuto gli occhi per guardare e accogliere in sé l’alterità. Euripide, Jean-Paul Sartre, il filosofo trans Paul B. Preciado, Judith Butler, Adrienne Rich, Virginia Woolf, Byung-Chul Han, sono stati ispiratori e ispiratrici di alcuni dei concetti che muovono il lavoro.

 

Il contesto

Siamo alla fine di una guerra, nella tragedia del contare i morti, dell’assistere agli ultimi attimi della disumanizzazione. Da una parte ci sono il combattente, l’uomo guerriero, il messaggero compassionevole. Dall’altra la vecchia triste, la pazza, la moglie obbediente, la donna seduttiva. Infine gli dei e il loro gioco. Mentre la città brucia, le donne troiane, di fronte al mare, aspettano di conoscere il proprio destino: alcune diventeranno schiave degli eroi greci, le altre verranno tirate a sorte.

 

Personagge stereotipate

Atena, la mente, la stratega ma anche la guerriera, la virago, la volubile.

Ecuba, la madre, la regina ma anche la vecchia, la donna finita, “inutilizzabile”.

Cassandra, la profetessa, la sacerdotessa, eppure la pazza, la strega.

Andromaca, la moglie di, la madre di, la donna di casa, l’ubbidiente.

Elena, la bellezza, l’amore ma soprattutto il capro espiatorio, la puttana.

Il coro, che parla allo spettatore in modo così diretto da fargli temere il proprio coinvolgimento.

 

Il femminile e il maschile

Come dice Monique Wittig, le donne sono il genere perché purtroppo gli uomini sono il generale. Nonostante ciò, la società patriarcale oggi ha come prime vittime gli uomini.

Noi sappiamo che le vittime evidenti sono le donne e le persone che esprimono il femminile (donne, uomini, trans o transgender) ma i primi a subire la costrizione in un ruolo in questa società sono proprio gli uomini. L’uomo, costretto a perseguire un modello di onnipotenza, costruisce un falso da sé, un archetipo, un leader falsato. Nell’apertura al femminile che è propria di ogni essere umano, invece, si sviluppa la capacità di accogliere e comprendere il diverso, che è colui che nasce da sé ma che è Altro. Le Troiane, la guerra e i maschi farà un’ipotesi. Si chiederà quale direzione avrebbero potuto prendere queste donne se solo avessero avuto una possibilità. E poi, quale avrebbero potuto prendere gli uomini se avessero avuto gli occhi per guardare e accogliere in sé l’alterità.

 

Autori e autrici di riferimento

Euripide, Jean Paul Sartre, il filosofo trans Paul B. Preciado, Judith Butler, Adrienne Rich, Virginia Woolf, Byung-Chul Han, saranno ispiratori e ispiratrici di alcuni dei concetti che muovono il nostro Troiane.

“Il cuore del mondo occidentale è rotto. Secoli di espulsioni, epurazioni e stermini delle minoranze ebree e musulmane, delle minoranze sessuali, somatiche, operaie. Secoli di umiliazione e saccheggio, di espropriazioni e oltraggi hanno distrutto il cuore dell’occidente. Ma abbiamo deciso di continuare a pavoneggiarci e vantarci dei nostri successi. Il desiderio di consumo, la paura, la frustrazione e l’odio sono i sentimenti che guidano chi governa le popolazioni del nostro amato occidente. Da dove viene la nostra frustrazione? Dalla nostra avidità? Cosa odiamo quando odiamo “l’altro”, se non una nostra invenzione? Il nostro inconscio è malato di capitale, malato di sfruttamento razziale e sessuale. Malato d’identità. La storia è in frantumi: l’identità nazionale, l’ordine sociale, la sicurezza, la famiglia eterosessuale e la frontiera costituiscono la realtà che l’Europa sta costruendo. Non succede da un’altra parte, non arriva da lontano, non riguarda gli altri. È quello che facciamo qui, ora, dentro le frontiere, riguarda noi. La storia è stata distrutta e il terrore è tornato in superficie. Attorno a noi ci sono le condizioni istituzionali che permettono l’affermazione di quella che potremmo chiamare democrazia repressiva o fascismo democratico.” Le parole di Preciado sono anche nostre.


Pubblicato il 19/04/2024


Condividi: