Teatro Koreja: Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo nel racconto poetico di un attore “cum figuris”

8 febbraio 2025 - Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo

a Koreja un allestimento originale e delicato fedele al testo originale

da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia

con la regia Lello Serao

 

in scena il simbolismo del presepe, il senso della famiglia

e la magia del Natale napoletano nel racconto poetico di un attore “cum figuris”

 

Premio ANCT come miglior spettacolo dell’anno 2023

e Premio Hystrio-Twister 2024

 

 

8 febbraio 2025

Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

                  

                      "Parto trigemino con gravidanza di quattro anni" come lo stesso autore la definì, Natale in casa Cupiello è un'opera teatrale considerata tra i capolavori più rappresentativi di Eduardo De Filippo. Fu messa in scena per la prima volta come atto unico nel giorno di Natale del 1931. Il testo subì numerose modifiche tra il 1931 e il 1934, fino ad arrivare alla forma definitiva che tutti conosciamo.

 

Si tratta di un originale allestimento realizzato quattro anni fa in occasione dei novant’anni dal suo debutto, quello che sabato 8 febbraio alle ore 20.45 andrà in scena sul palco dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Uno spettacolo in tre atti “per attore cum figuris” nato da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia per la regia Lello Serao, vincitore del Premio ANCT come miglior spettacolo dell’anno 2023 e del Premio Hystrio-Twister 2024.

 

Le coordinate per orientarsi e sentirsi subito a casa ci sono tutte: Lucariello in balìa di un sonno letargico e di un freddo da lasciare increduli; il caffè dal sapore amaro di Concetta e i capricci di Tommasino; l’arroganza di zio Pasqualino, le liti e le scenate tra Ninuccia e il marito Nicolino. Il cappotto venduto, il capitone scappato, la lettera finita nelle mani dell’ingenuo Luca. Sullo sfondo di questa saga familiare troneggia, come sempre, il Presepe, con i pastori e le luci. La scena si svolge nella casa della famiglia Cupiello, nell'arco di circa cinque giorni.

Cosa rende, allora, veramente originale e diverso uno spettacolo così fedele al testo di Eduardo?

Sono proprio le “figuris” di cui parla il sottotitolo: sette grandi pupazzi manovrati a vista che restituiscono l’arte all’arte e aprono spazi di pura e feconda poesia.

Il monologo di Luca Saccoia è, in realtà, una molteplicità di voci e di anime; s’immerge nel racconto e ne riemerge come “Tommasino”.

 

“Il presepe – spiega Lello Serao nelle note di regia - è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico, è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere. È proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.”

 

Luca Saccoia è un eccezionale traghettatore. È lui che riesce a far amare i pupazzi e i personaggi ed è sempre lui che ci porta dire che “sì, ce piace ‘o presepe”.


Pubblicato il 07/02/2025


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